Incontro con Dino Sibona, presidente della "Famija Vinoveisa"

La nebbia scende in fretta, tra i filari di pioppi della campagna vinovese. Certo le luci del grande ipermercato sono ormai lontane, ed i fari illuminano i cavalli che trottano, nella bruma serale, sulla pista. A un paio di chilometri dal vecchio ippodromo, steso nella campagna, il paese di Vinovo ci aspetta. Questa sera incontro il signor Dino Sibona, presidente della benemerita Associazione “La Famija Vinoveisa” per fare due chiacchiere e far conoscere ai nostri lettori una bella realtà della provincia torinese.

Buonasera Presidente, innanzi tutto si presenti con un breve autoritratto ai nostri lettori. Ci parli, se vuole, un po’di lei, della sua attività, della sua vita.

Sono una persona estremamente schiva e non amo molto parlare di me per indole ma posso dirle che sono un Vinovese che ama visceralmente la sua cittadina e che mi sono sempre dedicato alla sua valorizzazione sempre sostenuto da mia moglie Marilena e dalla mia famiglia che, ovviamente, ha nella mia vita il posto principale. Ho molti amici sinceri e leali con i quali mi piace dialogare e, avendo con loro obiettivi comuni, mi è facile programmare insieme attività socialmente utili per la collettività vinovese. Penso che una persona che ama il luogo in cui vive, ha il dovere di dedicarsi alla Comunità per renderla davvero unita e coesa nell’affrontare anche ostacoli e difficoltà.

Vinovo è un paese conosciuto dai Torinesi soprattutto per essere sede dell’Ippodromo e feudo del mondo bianconero, visto che il suo vasto territorio ospita i campi di allenamento delle giovanili della Juventus ed il famoso centro commerciale Mondo Juve. Sicuramente la storia e le tradizioni del paese meritano un approfondimento, direi più colorato. Può dirci qualcosa di più sul comune di Vinovo e sui suoi abitanti?

Vinovo, è vero, è nota per la Juventus ma è una cittadina che ha una lunga Storia alle sue spalle che affonda le sue radici in tempi molto antichi, infatti, sono stati ritrovati in questa zona resti archeologici risalenti al V secolo dopo Cristo. I documenti storici più antichi, che parlano di quella che sarà l'odierna Vinovo, risalgono al 1040: in quell'anno un atto notarile certifica che i Marchesi Romagnano donarono alcuni terreni in Vinovo all'Abbazia di San Silano di Romagnano. In questo documento il territorio è indicato come Vicus Novus, nome che rimase nel Medioevo ad indicare il gruppo di edifici e terreni che furono di proprietà di vari feudatari. Nel 1268 un atto di vendita vede l'affacciarsi, nella storia locale, della famiglia Della Rovere che diverrà padrona dell'intero territorio vinovese nel 1400. La nascita del Comune è datata 1458, quando il Duca Ludovico di Savoia concedeva alla Comunità Vinovese gli Statuti in difesa dei cittadini. Con la morte dell'ultimo discendente dei Della Rovere, nel 1692, il feudo vinovese fu ceduto ai Conti delle Lanze che governarono sino al 1732. In quell'anno il Cardinale Vittorio Amedeo delle Lanze cedette la città al Re che la diede, unita a Stupinigi, alla Commenda dell'Ordine Mauriziano. L'Ordine fu soppresso nel 1800 e molte terre furono vendute a privati, e solo dopo il 1815 ne venne ricostruito il patrimonio con Stupinigi e parte di Vinovo: il Castello, alcuni terreni, le cascine ed i boschi. Nel 1865 la frazione di Stupinigi venne definitivamente separata dalla città ed annessa a Nichelino. L'operosa alacrità della popolazione fece sì che nel 1775, parte del Castello venisse adibita a fabbrica per la lavorazione delle maioliche e delle porcellane, che dopo il 1780 attraversò un periodo d'oro sotto la direzione di Vittorio Amedeo Gioanetti. Alla fine dell'800 alla rinomata industria ceramica si affiancarono le fornaci e le filande, cosa che portò ad un progressivo aumento della popolazione, con conseguente espansione del paese, e alla necessaria costruzione di edifici pubblici come il Municipio, le scuole, l'asilo e la Casa del Cottolengo. Come segno di progresso e di acquisita importanza nel 1882, fu inaugurata una tramvia che univa la stazione di Porta Nuova di Torino a Vinovo. Nel 1941 il paese subì un bombardamento da parte degli aerei della RAF con feriti e case distrutte. La ricostruzione del dopoguerra ha portato all'insediamento di nuove industrie di legnami e metalmeccaniche e quindi occupazione. Tra il 1955 ed il 1970 accolse molte immigrati dalle altre regioni d’Italia e con un aumento significativo della popolazione passata dai circa 2500 abitanti del 1940 agli attuali 14000. Oggi Vinovo sta diventando sempre più vivibile, proiettata verso il futuro, senza dimenticare le sue radici storiche e le sue bellezze architettoniche come la seicentesca Chiesa di santa Croce detta dei Batù e il Castello della Rovere.

Lei è stato uno dei fondatori di una benemerita associazione denominata la “Famija Vinoveisa”. Ci può enunciare i motivi per cui l’associazione è nata? Ci racconti la storia della sua fondazione.

La Famija Vinoveisa è nata nel 1981 per volontà di un gruppo di volenterosi amanti della propria cittadina; il primo Presidente fu Andrea Fornengo. Gli scopi che si è sempre prefissata erano prettamente culturali e finalizzati alla tutela del patrimonio artistico e culturale. Poi da cosa nasce cosa e ci siamo dedicati alla Collettività vinovese a 360 ° intervenendo nel sociale e creando manifestazioni di ampio respiro anche a livello internazionale.

Questa associazione ha svolto parecchie attività culturali, conviviali e soprattutto sociali negli anni. Ci può parlare delle più interessanti, di quelle che le hanno dato le migliori soddisfazioni, di quelle che hanno coinvolto il maggior numero di persone e autorità? Ha qualche piccolo aneddoto riguardante l’Associazione che più le è rimasto impresso da svelare ai nostri curiosi lettori?

L’elenco delle attività che abbiamo svolto nel corso degli anni, e lo dico con malcelato orgoglio, è davvero molto lungo e va dalla creazione di un corpo di Majorettes all’istituzione del Premio “Bravo”, dalla pubblicazione di volumi storici sulla Chiesa di Santa Croce all’apertura della medesima restaurata dopo anni di degrado, fino alla realizzazione di numerose edizioni della “Festa delle Regioni” nella quale si sono incontrati rappresentanze culturali e teatrali di quasi tutte le regioni d’Italia. Poi uno dei nostri fiori all’occhiello è il “Concorso di Prosa e Poesia in Italiano e Piemontese” che è diventato internazionale ed è giunto alla XXX edizione. Non dimentichiamo l’annuale Mostra dei Presepi presso la Chiesta dei Batù che richiama presepisti da tutto il Piemonte e non solo  Abbiamo finanziato corsi di piemontese anche nelle scuole medie, di contabilità aziendale su PC, creato le maschere locali che sono la Bela Polaiera e il Cucaeuv ( la bella pollaia e il rubauova) che rappresentano la Storia delle vecchie tradizioni vinovesi e poi, parlando della nostra attività prettamente sociale, abbiamo donato strumentistica di soccorso ai Vigili del Fuoco, alla Croce Verde ed all’AVIS. Tutta la nostra attività si trova dettagliatamente illustrata sul sito
www.famijavinoveisa.it​

So che curate molto anche la comunicazione delle attività e degli eventi riguardanti il mondo associativo con una pubblicazione cartacea. Ce ne può parlare? Il pubblico dei nostri amici come può interagire con la vostra rivista?

Dal 1992 abbiamo il nostro organo ufficiale che non poteva chiamarsi che “IL VINOVESE “in cui parliamo non solo di Vinovo ma della Storia del Piemonte, delle sue bellezze, di aneddoti raccontati da persone che ci narrano un passato che vale la pena conoscere. Sul giornale abbiamo anche una rubrica di cucina della tradizione ed una appositamente dedicata alle attività delle Associazioni dei Piemontesi nel mondo con le quali abbiamo un rapporto costante. Tutti coloro che hanno una storia da raccontare che sia attinente al Piemonte o ad esperienze di vita condivisibili, possono indirizzarla alla Redazione del periodico che la valuterà con molta attenzione. I recapiti cui rivolgersi e i numeri del periodico si trovano sul sito.
La nostra rivista è l’organo ufficiale dell’omonima Casa Editrice (Hogwords di Cantalupa) ed i nostri lettori sono, di solito, molto interessati alle iniziative letterarie e culturali del territorio. Negli anni la “Famija Vinoveisa” è stata elemento trainante di molti eventi legati alla cultura del territorio piemontese. Ce ne può elencare e raccontare qualcuno?
Ho già fatto cenno al nostro “Concorso di Prosa e Poesia” ma devo aggiungere anche l’interscambio culturale con Gruppi Storici e Folcloristici che sono testimoni di Storia antica di cui non deve essere persa la memoria. Nel tempo abbiamo dedicato ampio spazio alle rappresentazioni teatrali con corsi di teatro dedicati ai ragazzi e poi la pubblicazione, dal 1986, dell’“Armanach della Famija Vinovèisa” che racconta, anno dopo anno, con immagini e didascalie adeguate la storia delle chiese, quella dei monumenti e quelle, interessanti, degli illustri abitanti della cittadina.

Naturalmente, in questi tempi molto duri, tutto quello che sta all’esterno delle nostre case sembra fermo, inchiodato. La socialità e gli eventi, ormai impediti dallo scoppio della pandemia, sembrano bloccati per sempre, come se fossero passati anni luce da tante belle iniziative passate assieme agli amici, alle autorità. Per esempio, ho ricordi personali molto belli di una premiazione del concorso letterario a cui ho assistito l’anno scorso, nei locali della Biblioteca del paese. Quali sono le iniziative e le attività che l’Associazione cerca e vuole portare avanti in questo difficile momento? E quali sono le sue personali reazioni, le sue paure, le speranze che sente nel cuore al passare dei giorni scuri e cupi che stiamo vivendo?

Personalmente non mi piace darmi per vinto davanti alle difficoltà e, come me i miei collaboratori. Così abbiamo rinviato al 2021 la premiazione del Concorso del quale stiamo correggendo gli elaborati, spediamo in tutto il mondo via mail il Periodico e non potendo realizzare la Mostra dei Presepi presso la Chiesa abbiamo ideato l’iniziativa “Il Presepe sotto il tetto” riservato ai bambini ed agli adulti di Vinovo. I partecipanti potranno mandare un filmato (massimo 30 secondi) o una fotografia del loro Presepe, entro il 20 dicembre prossimo direttamente alla email  presepi@famijavinoveisa.it specificando età, indirizzo e recapito telefonico. Sul sito ci saranno tutti i lavori dei partecipanti.
Tutto ciò è reso possibile dalla coesione delle persone che si occupano con passione di tutte le iniziative che vengono programmate, offrendo la loro disponibilità per portare avanti la condivisione del bene comune ed offrire alla Comunità Vinovese, ed a quelle vicine, occasioni per conoscersi e conoscere il territorio in cui vivono e le sue grandi bellezze. Credo che questo sia il segreto di quest’associazione che sono orgoglioso di presiedere dal 1982; sentirsi uniti, in famiglia con la voglia di stare insieme e di collaborare con la volontà di essere un tutt’uno. In questo momento molto duro tutto ciò è una grande risorsa che aiuta a vivere meglio e ti spinge a dedicarti agli altri.

Ringrazio il signor Dino Sibona per la cortesia e la disponibilità dimostrata nei confronti miei e dei nostri lettori. Ora tutti noi, passando per le strade che portano a quel luogo meraviglioso che è la Palazzina di caccia di Stupinigi, potremo dire di conoscere bene la storia di questo comune antico e di aver bene nella mente la tenacia e la forza di un bel gruppo di persone che, con lungimiranza e attaccamento, hanno mantenuto vive le tradizioni ed il nome del loro, bellissimo anche se un po’ nebbioso, paese.

Claudio Calzoni
rif  

https://lagazzettadihogwords.weebly.com/intervista-a-dino-sibona-della-famija-vinoveisa.html